Saul Arpino ritorna…
Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…
Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.
A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..
Vostro affezionato, Saul Arpino.
martedì 21 luglio 2009
Storia di un mendicante che divenne primo ministro... (allegoria mistico-creativa di Saul)
Prima di salire a quella carica era quasi un mendicante. Poi pian piano si diffuse la fama della sua saggezza e queste voci giunsero al palazzo del re. Fu così che il re in persona andò a farne la conoscenza e rimase molto impressionato da quell'uomo e dal suo acume, per cui lo nominò primo ministro.
Il mendicante si trasferì a corte ed il re gli disse: "Ora puoi lasciare i tuoi vecchi abiti". E gli vennero dati degli abiti sontuosi, appositamente preparati per lui. Quindi fece un buon bagno ed indossò quelle vesti splendide e gli ornamenti, come conviene alla dignità di un primo ministro.
Con il passare degli anni tutti a palazzo cominciarono ad incuriosirsi percé il primo ministro conservava gelosamente qualcosa, in una stanza segreta, quasi fosse un tesoro. Ogni giorno lo si vedeva entarre da solo in quella stanza, egli non permetteva a nessuno di entrarvi, si chiudeva a chiave all'interno e per mezz'ora non si sapeva nulla di lui. Poi usciva chiudendo immediatamente la porta alle sue spalle.
Nacquero dei sospetti. Che cosa accadeva in quella stanza? Che cosa vi teneva nascosto? Cosa cospirava? Quale segreto proteggeva? Alla fine, ovviamente, la cosa giunse all'orecchio del re, che si insospettì a sua volta.
Un giorno dunque il re lo apostrofò: "Vorrei entrare con te nella tua stanza segreta, l'altra notte non sono tiuscito a dormire, continuavo a chiedermi cosa mi nascondi... e questo dubbio continua a rodermi!"
Saul rispose: "State tranquillo maestà, non c'è nulla cui valga la pena di preoccuparsi, non è necessario che voi veniate".
Ma il re, malfidente, si insospettì ancora di più: "Mi pare proprio che tu voglia nascondermi qualcosa di pericoloso! Altrimenti non avresti motivo di negarmi l'accesso. Non posso permettere che ciò accada nel mio palazzo e ti ordino di condurmi là dentro."
L'ex mendicante disse: "Maestà se non vi fidate di me vi farò dunque entrare ma questo segnerà la fine del mio incarico a corte, infatti se fra noi non permane un rapporto di fiducia accettate le mie dimissioni sin d'ora.. oppure confidate nella mia fedeltà, che sin'oggi vi ho dimostrata, e non chiedetemi di entrare nella stanza".
Ma le parole del primo ministro fecero ancora di più aumentare i sospetti del re il quale gli comandò: "Portami nella stanza, accetto sin d'ora le tue dimissioni!".
Accompagnato da tutta la corte il re entrò nel luogo segreto di Saul ma vide che la stanza era completamente vuota... c'erano soltanto i suoi vecchi abiti da medicante appesi ad un chiodo. Tutti si guardarono intorno ma non scoprirono proprio null'altro. Ed a questo punto tutti chiesero a Saul: "Ma perché vieni sempre qui dentro?" Ed egli rispose: "Solo per guardare questi vecchi abiti, per ricordarmi che sono stato un mendicante e che forse un giorno lo sarò di nuovo, In questo modo evitavo di sentirmi attaccato alla mia posizione di primo ministro".
Dette queste parole Saul si spogliò degli abiti eleganti e degli ornamenti che indossava e si rimise indosso la sua tunica stracciata. Il re comprese il suo errore e si mise a piangere, dicendo: "Non andartene..!". Ma Saul rispose: "Il destino si compie... ora stai esagerando, non hai saputo fidarti di me, malgrado non ne avessi alcun motivo, ed ora come puoi chiedermi di restare? E' tempo che io me ne torni da dove sono venuto!".
E lasciò il palazzo reale così come vi era entrato. I dodici anni trascorsi come primo ministro non significavano nulla, erano solo un incidente della vita, qualcosa che gli era accaduto....
bellissimo
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