Saul Arpino ritorna…
Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…
Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.
A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..
Vostro affezionato, Saul Arpino.
sabato 14 agosto 2010
Corrispondenza Ferragostana - Supplemento al Giornaletto di Saul del 15 agosto 2010
vi scrivo da un computer portatile… è la prima volta! Anzi, no è la seconda….
Scrive Hari Atma: “…il 15 agosto riporta alla mente pensieri gioiosi
legati a quella bella giornata di due anni or sono, in cui conobbi
Calcata per la prima volta, grazie all'amicizia di Roberto e Paola, ti
ricordi? Abbiamo sperimentato quello che tu definisti, all'epoca, una
sorta di "viaggio iniziatico", tra le incredibili meraviglie del
Treja... ho riso come poche volte in vita mia!! Tutto fantastico!”
Mia rispostina: “Ah sì cara Anima ricordo quel giorno ed oggi ne ho anche parlato con Caterina.. abbiamo scherzato sugli umori passeggeri e sull'affetto costante che tutti ci unisce…”
Scrive Cesare Foschi: “Ciao Paolo, mi rendo conto con piacere, leggendo il Giornaletto, che stai bene, sei come sempre produttivo e catalizzi persone, eventi, dibattiti. Io continuo come sempre il mio lavoro in casa-famiglia e ti invio una foto scattata a Luni sul Mignone: siamo tutti tornati sani e salvi. I ragazzi hanno fatto il bagno, cacciato e pescato con rudimentali arnesi (ovviamente prede 0), fatto la lotta, disceso e risalito il fiume, camminato per chilometri anche sotto i tunnel della vecchia ferrovia ed infine si sono arrampicati sul pilone di un ponte alto circa 30 metri (con funi di sicurezza). Io ho partecipato ai bagni, alla camminata ed alla lotta. E può bastare. Un abbraccio!”
Mia rispostina: “Caro Cesare su Luni ci sarebbe molto da raccontare.. anni fa scrissi una leggenda centrata tra Luni e Narce (Calcata), femminile e maschile..
L’antagonismo per la supremazia fra Luni e Narce.
Cronache del Villanoviano.
Nei piani della trama primigenia, nel gioco dei meccanismi di potere all’interno della società umana, pareva destino che Luni, che vuol dire luna, la proto città sul Mignone, divenisse il faro di luce della civiltà per l’intero vecchio continente. Luni era nata come progetto femminile di una società egualitaria, un primo esperimento sociale di armonia fra i due generi. Di conseguenza questa città, che si fa risalire al tardo neolitico – prima età del bronzo, era concepita come luogo d’incontro orgiastico e di piena libertà espressiva. La fioritura conseguente fu una società fluida e scorrevole, come l’acqua. Ed infatti i sacerdoti di Luni adoravano l’acqua ed avevano controlli psichici su questo elemento. Le cose sembravano andare per il verso giusto e non sussistevano preoccupazioni per la espressione di una grande civiltà liberale.
Nel frattempo però, al di fuori da ogni convenzione creativa, era sorta un’altra città, a pochi chilometri in linea d’aria, costruita sulle sponde di un fiume biondo, che era stato il Tevere, ed ora era il Treja. Quest’incomodo, questo intruso, che si inseriva nei piani del potere e dei modelli sociali, si chiamava Narce , che vuol dire arca.
La proto città di Narce era depositaria del fuoco, il sacro rito del fuoco che si manifesta attraverso i costumi, indicazioni che seguono un ordine di valori.
Gli abitanti di Narce erano pastori che innalzavano are per adorare il dio del fuoco. Il continuo ardere dava ai sacerdoti di Narce il controllo psichico sul fuoco.
Ben presto, allorché fu chiaro che gli esempi propugnati erano opposti, iniziò un subdolo contrasto fra le due città. Narce e Luni si combatterono prima sul piano ideologico, cercando di dimostrare il valore ed il significato del messaggio sociale evocati nel loro modello ma non ebbero successo in ciò giacché entrambi gli esempi fornivano ragioni sufficienti di esistenza. Ovviamente i sacerdoti sentivano che un compromesso non era possibile, le due posizioni erano troppo distanti ed antagoniste. Fuoco contro Acqua.
I sapienti delle due città decisero allora di utilizzare i poteri acquisiti sugli elementi in modo da condizionare o distruggere il nucleo opposto. I maghi di Narce scaricarono il massimo dell’energia ferale su Luni e quelli di Luni sconvolsero le acque di Narce. Il risultato fu che ognuna delle due comunità dovette isolarsi completamente per difendersi dalle emissioni psichiche. Le due comunità si nascosero l’un l’altra divenendo città invisibili. Il risultato insolito di questa lotta portò al cambiamento del piano originario di civiltà. Luni o Narce , nessuna delle due essendo in grado di emergere ed essendo addirittura scomparse alla vista, esse passarono il loro modello all’inconscio collettivo e si celaroro nelle loro nicchie di terra, lasciando solo criptici segnali nascosti vecchi di migliaia di anni. Nel frattempo la lotta era passata di mano, lo schema per la civiltà futura doveva andare avanti, ed il destino dell’uomo, in questa parte del mondo, continuò a tessere la sua tela. E si manifestò -ancora una volta- in due modelli antagonisti: Roma e Veio. Ma stavolta i sacerdoti ed i potenti delle due città, memori della scomparsa di Luni e Narce per colpa dello scatenamento delle onde pensiero, decisero di ricorrere ad altri mezzi e così s’inventarono la guerra. Paolo D’Arpini”
Scrive Elke: “Grazie del costante invio del Giornaletto e Buon Ferragosto anche a te.. Come stai?”
Mia rispostina: “..qui tutto bene per ora sono a Spilamberto e fra una settimana circa sarò a Treia, un po’ lontanino ma si può anche raggiungere, con la buona volontà…
1. Il 12 settembre inizia il corso zodiacale: Paolo D'Arpini: I Ching e zodiaco cinese integrato dal sistema ...
31 lug 2010 ... Ma il primo aspetto dello zodiaco cinese, quello dell'anno, è più duro a digerirsi per la nostra mentalità razionalistica. ...
paolodarpini.blogspot.com/.../i-ching-e-zodiaco-cinese-integrato-dal.html –
Cari Saluti a tutti e buon Ferragosto! Paolo/Saul
ciao papi paolo..forse ci rivedremo presto,scendo da quelle parti,domani e per un mese..buon ferragosto..chissà.. luisa agosti
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