Saul Arpino ritorna…
Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…
Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.
A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..
Vostro affezionato, Saul Arpino.
venerdì 19 novembre 2010
Il Giornaletto di Saul del 20 novembre 2010 – Salute pessima, Saviano emblematico, Silvano Agosti, scuola occupata, campagna abbandonata...
scrive Antonella Pedicelli: “Caro Paolo, stavolta permettimi di usare il Giornaletto di Saul come "valvola di sfogo"! Raramente mi capita di sfiorare la soglia della "disperazione", di quello stato in cui sembra che veramente si vada a sbattere contro un muro di cemento armato, nel momento in cui ti chiedi "perché"? Ma soprattutto nel momento in cui non hai nulla e nessuno che possa in qualunque modo riuscire ad aiutarti!”. Leggete tutto:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2010/11/19/lettera-di-antonella-pedicelli-sul-costo-esorbitante-del-curarsi-in-modo-naturale-e-prospettive-future-in-considerazione-del-crollo-del-sistema/
Ed ecco un ulteriore commento di Antonella: “.....sto seguendo "il filo" che guida un po' tutti gli articoli degli ultimi giorni! Sai, quello che più mi dispiace è l'idea che, comunque, si sta eclissando anche quella parte "positiva" presente all'interno del "progresso consumistico" stesso. Sono convinta che la nostra volontà potrà sempre "riscattare" il "male" compiuto e "in atto"..la "legge morale" presente in ciascun essere umano (tanto per ricordare Kant) è una sorta di garanzia verso il Bene, verso la conservazione della "specie" umana con un bagaglio di "cose buone" e "vere". I "dolori del parto" si fanno sentire, probabilmente.. era necessario, speriamo solo che il risveglio delle coscienze si appresti in fretta ad arrivare!”
Scrive Danilo D'Antonio: "Il male profondo della nostra epoca è la mancanza di un approccio organico, del tutto scomparso da quando è in auge l'approccio specialistico. Sommersi da una marea di fatti e questioni contingenti, ci sfugge l'ampia visione che ci permette di comprendere il nostro reale ruolo nel meccanismo della vita..."
Scrive Caterina: “....sono andata a sentire una parte del corso per gli allevatori di bovini sul benessere. Praticamente era una lettura un po' commentata della normativa. A proposito della cauterizzazione degli abbozzi corneali ho chiesto se, a proposito di benessere, era conosciuto ed era stato studiato il rapporto tra benessere degli animali con e senza corna, che essenzialmente, a loro servono per esprimere comportamenti e atteggiamenti e pare anche per fungere da "antenne" per attirare radiazioni celesti(!). Per arrivare nel luogo del corso si attraversa un bel tratto di campagna vicino a Modena, che appare alquanto desolata: campi vuoti o invasi da erbacce, strutture di allevamento vuote, scheletri di edifici mezzi diroccati, tonnellate di cemento e mattoni in stato di abbandono. Che ne sarà di tutto ciò? In compenso continuiamo ad importare tonnellate e tonnellate di prodotti agricoli dall'estero: la madre di un compagno di classe di mia figlia, mentre aspettavamo di parlare con la prof. si è un po' sfogata. Abitano vicino ad una ditta di lavorazione carni, dove ogni notte stazionano pronti a scaricare la loro merce, diversi camion frigoriferi che tengono tutta notte i motori accesi per far andare i frigoriferi, disturbando pesantemente il loro sonno, ma, anche se non rispettano le distanze stabilite per legge, nessuno fa niente e ci vorrebbero fior di migliaia di euro per intentare una causa. Me ne sono tornata verso casa e sono passata dal mio allevatore di fiducia a prendere il mio litro di latte soddisfatta e certa che in questo modo e con quel sistema dei gran danni all'ambiente non se ne fanno....”
Mia rispostina: “.... quello che tu dici é importante e merita attenta riflessione. Come queste osservazioni che hai fatto sull'abbandono delle campagne e sulla impossibilità di avere rapporti diretti fra persone.. tutto passa attraverso l'intermediazione delle istituzioni e così si perde la capacità di trovare soluzioni ragionevoli e corrette...”
Scrive Gianfranco Paris: “Caro Paolo, ti mando questo articolo su Roberto Saviano scritto da un amico di Peter Boom che mi pare emblematico della situazione di oggi e degno di essere pubblicato:
http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/2010/11/luca-bagatin-e-la-telenovela-dei-due.html
Scrive Eugenio Odorifero: "Spero che sia valida la massima di Gandhi: Prima ti ignorano, poi ti deridono, poi ti combattono, poi vinci"
Scrive Sergio Paronetto: "Adriana Zarri é tornata nella casa del Padre. La ricordo con affetto perché ha accompagnato per anni la mia formazione a cominciare dal suo originale e pionieristico "L'impazienza di Adamo" (1964), libro riguardante la dimensione trinitaria della sessualità. Cosciente che "il sesso é una realtà immensa che attende ancora la sua rivelazione", Adriana é partita dal "sonno di Adamo" e dallo "sguardo di Eva" per approdare a una teologia esistenziale profonda e ricca di fascino. La ricordo come donna di poesia e profezia, mistica e politica, ricca di una spiritualità profonda, verace e pugnace. Riporto una sua frase attualissima che ho inserito nel dossier di "Mosaico di pace" di luglio 2010, dedicato a un moderno tribalismo guerriero: "Dio mi sta bene, e anche la patria e la famiglia; ma il trilogismo Dio-Patria-Famiglia non mi sta più bene. Dico no a quel dio usato come cemento nazionale, a quella patria spesso usata per distruggere altre patrie, a quella famiglia chiusa nel proprio egoismo di sangue. Non mi riconosco tra quei cittadini ligi e osservanti che vanno in chiesa senza fede, che esaltano la famiglia senza amore, che osannano alla patria senza senso civico"
Scrive Doriana Goracci: “...forse non è mai troppo tardi? Che arrivi questa crisi di coscienze…: Sei andato a scuola e ti hanno detto “siedi al tuo posto”, e già lì hai smesso di credere che il tuo posto sia dappertutto. L’ha scritto Silvano Agosti ne Il Ritorno di Pinocchio. Ce lo auguriamo tutti e tocca dirlo e farlo...” Ed ora leggete il resto riguardo la protesta contro la riforma scolastica voluta da Mariastella Gelmini:
http://paolodarpini.blogspot.com/2010/11/collage-scolastico-sulla-riforma.html
Ha scritto Aldo Cazzullo sul Corriere della Sera: "Le parole di alcuni finiani ricordano un'attitudine dell'ultimo Arafat. Quando parlava in inglese, il leader dell'OLP rassicurava l'opinione pubblica internazionale, promettendo di voler convivere in pace con Israele. Ma, quando parlava in arabo, rassicurava i fratelli palestinesi sulla sua ferma determinazione a combattere il nemico sionista.."
Anche oggi siamo giunti alla fine, vi saluto, vostro Paolo/Saul
…...
Pensiero poetico del dopo Giornaletto:
DOPO 1 NOTTE DI PIOGGIA
Il mattino è limpido, fresco. / Le ciminiere sembrano ancora
lontane.
Sembra caduto/ ogni muro, ogni rete metallica.
C' è anche/ qualche fiore lucido/
nel pugno di terra martoriato/ che ancora è rimasto.
La nostra carne, il nostro cuore/ ora ritornano ad essere
quel sogno guerrigliero/ di uccelli e cieli inimmaginabili.
Ferruccio Brugnaro
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