Saul Arpino: Parole amorose di G. G. Marquez recensite da Paolo Buttiglieri

L’avventura di chiamarsi Paolo D’Arpini, esattamente come mio nonno, a volte può risultare di difficile sopportazione. Sì, la figura in bianco e nero che vedete ritrae il nipote di Paolo D’Arpini. Lo scatto appartiene ad un periodo alquanto particolare della mia vita, avevo quindici anni e facevo pure la fame... infatti noterete che sono alquanto magrolino e con l'aria dimessa, però quel giorno c'era il sole. La foto me la scattò mia cugina Paola, che abitava a Verona e con la quale facemmo una passeggiata a piedi, salendo su una scalinata lunghissima, sino a Castel San Pietro dove c'era un orfanotrofio. Quel giorno pensai che in fondo stavo meglio di quelli che stavano dentro, pur essendo io stesso orfano... Paola era innamorata di me ma io ero già inaffidabile, figuratevi essendo il nipote di un tale... Beh, se ce l'ho fatta a sopravvivere sin'ora ce la farò pure a sopravvivere a me stesso!

Saul Arpino ritorna…

Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…

Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.

A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..

Vostro affezionato, Saul Arpino.

mercoledì 10 giugno 2009

Parole amorose di G. G. Marquez recensite da Paolo Buttiglieri

Si può essere innamorati di diverse persone per volta, e di tutte con lo stesso dolore, senza tradirne nessuna, il cuore ha più stanze di un casino.
da "L'amore ai tempi del colera" di Gabriel García Márquez

Non morire senza aver provato la meraviglia di scopare con amore.
da "Memoria delle mie puttane tristi" di Gabriel García Márquez

Il domani non è assicurato a nessuno, giovane o vecchio. Oggi può essere l'ultimo giorno che vedi coloro che ami. Perciò non aspettare più, fallo oggi, perché se il domani non dovesse mai arrivare, sicuramente lamenterai il giorno che non hai preso tempo per un sorriso, un abbraccio, un bacio, e che sarai stato troppo occupato per concedere un ultimo desiderio.

(G.G.Márquez)

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