Saul Arpino ritorna…
Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…
Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.
A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..
Vostro affezionato, Saul Arpino.
venerdì 26 giugno 2009
Dante, Divina Commedia, ultimo girone nucleare dell'Inferno: "Toh, chi si rivede.. Chicco Testa!"
Temo che i lettori non siano più molto appassionati alla lettura di un dibattito - quello tra me e Giuseppe Alcetta - che ormai rischia di scadere nello scambio di punzecchiature tra due vecchi tignosi.
Non ho certo la presunzione luciferina di convincere Alcetta e, se sono intervenuto, lo ho fatto per la opportunità che la stampa ci dà, di far circolare un po´ di informazione. Ma, se vogliamo portare avanti, pure da sponde opposte, questo nobile obiettivo, dovremmo attenerci al tema e fornire, appunto, osservazioni puntuali.
A che serve, allora, l´inno a Chicco Testa con cui Alcetta apre il suo ultimo contributo? Prenda esempio Mattioli - questo è il messaggio - da un ambientalista come Testa che ha guidato la lotta antinucleare ed ora dichiara - nel suo libro "Tornare al nucleare?..." - di essersi pentito. Ma lo ha letto, Alcetta, il libro di Testa? Immagino di no, altrimenti non mi inviterebbe ad "approfondire con Testa le argomentazioni che lo hanno portato sulla nuova via".
Mi limito a due esempi.
Ancora nel 2007 la Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni ionizzanti (ICRP), nella sua pubblicazione 103, dopo aver ricordato che dosi comunque piccole di radiazioni possono causare tumori e danni genetici, indica ai governi la dose massima ammissibile di radiazioni per i lavoratori e per le popolazioni dei siti nucleari, valide in condizioni di routine: si tratta di dosi alle quali - come spiega ICRP - è associato un rischio ben determinato, ma esse non possono essere abbassate, a meno di rinunciare alle attività nucleari. Quale rischio? Se questo rischio fosse legittimato in altri settori, si avrebbe che, ad esempio, alla Fiat si avrebbero 50 morti all´anno.
Come tratta questo argomento cruciale Testa nel suo libro?
"Argomento sparso a piene mani dalle campagne antinucleari. Il modo più semplice per verificare questa ipotesi mi è parso quello di domandare ai miei ex-colleghi di EDF i dati sulla mortalità dei lavoratori nelle centrali nucleari francesi". Su una problematica su cui lavorano gruppi di ricerca di radioprotezionisti di tutto il mondo, Testa inaugura un nuovo metodo di ricerca scientifica: andare a chiedere ai dirigenti di EDF quanti sono i morti per tumore tra i lavoratori.
E ancora, in materia di stoccaggio affidabile di rifiuti nucleari. E´ problema per il quale non esiste oggi nessuna soluzione e negli USA o in Francia è in atto un grande sforzo di ricerca fondamentale, ma Testa scrive: "Da tempo i diversi Stati, che utilizzano l´energia nucleare e le organizzazioni scientifiche, sia nazionali che internazionali ad essi collegati, hanno individuato le soluzioni idonee."
Non voglio avanzare supposizioni sui motivi che hanno indotto Chicco a cambiare posizione, ma prego Alcetta almeno di non propormelo come modello di scientificità. Certo, che in quegli anni alla presidenza di Enel vi fosse un ambientalista, nessuno se ne è accorto e Chicco resta per il posto che occupava, uno dei massimi responsabili dell´enorme ritardo accumulato dall'Italia nel decollo di energie rinnovabili.
Per il resto, prendo atto
1) che Alcetta convenga con me che in Francia il consumo pro capite di petrolio è maggiore che in Italia (ma non doveva il nucleare ridurre significativamente i consumi di combustibili fossili?).
2) che il contributo dell´intero programma nucleare del Governo inciderà più che marginalmente (5%) sui nostri consumi, ma distogliendo lo sforzo del Paese da quella corsa per le fonti rinnovabili che già vede protagonisti l´Europa e Obama.
3) Quanto a Di Maio, mi pare di aver già indicato il fraintendimento che Alcetta fa delle sue parole.
E ricordo infine ad Alcetta la visita che facemmo con la commissione al cantiere di Montalto di Castro. Si trattava dell´edificio Reattore, nel quale ci furono mostrate vistose discontinuità della gettata. Non ricorda?
Gianni Mattioli
Sullo stesso tema leggete gli articoli in url:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/?s=Centrale+di+Montalto+di+Castro
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