Saul Arpino ritorna…


Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…


Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.


A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..


Vostro affezionato, Saul Arpino.

lunedì 29 giugno 2009

"Dal sud al nord del mondo per un'economia ecologica" di Marinella Correggia

Spesso pensiamo che l'Europa sia più avanzata, sulle lotte ambientali.
"Invece la maggior parte di queste battaglie avvengono nel Sud del mondo, e abbiamo tutto da imparare. Là ci sono le proposte piu' costruttive dell'economia ecologica", diceva Joan Martinez Alier, dell'Università
autonoma di Barcellona, al convegno internazionale su "Economia ecologica e crisi" tenuto a Roma il 25 giugno 2009, organizzato dall'associazione A Sud e dal progetto europeo Civil Society Engagement with Ecological Economics (lunga sigla che significa "impegno della societa' civile con l'economia ecologica"), che lavora per superare il gap fra la ricerca accademica e la conoscenza delle organizzazioni della società civile sul campo - quindi per divulgare principi e pratiche dell'economia ecologica: e il primo e' che i flussi di energia e di materie prime devono decrescere nel post-sviluppo. Tuttavia, come ha detto Simron Jit Singh, indiano ricercatore in Austria, "l'India e' tuttora un'economia estrattiva, che ha già usato fin troppo il proprio capitale di risorse". E l'ha usato non per il consumo interno ma per l'export: "Ricava poco denaro con molto danno..".

Al tempo stesso proprio la "società in movimento", soprattutto nel Sud del mondo (Asia, Africa, Sudamerica) ha vinto diversi conflitti ambientali, ad esempio costringendo a sospendere decine di megaopere (dighe, fabbriche, miniere). Non solo: i poveri nelle campagne stanno dimostrando capacità di reazione e inventiva: Supriya Singh, del Center for Science and Environment di New Delhi, ha spiegato che "povertà e distruzione ambientale sono due lati dello stesso problema". Ma ha anche raccontato che intere regioni dell'India si sono mobilitate per gestire l'acqua in modo sostenibile, e con misure intelligenti e drastiche sono riusciti a ricostruire le risorse idriche e insieme l'agricoltura e la vita dei villaggi, nell'India rurale che è un'economia tutta basata sulle biomasse.
L'India è anche il paese del National Rural Employment Guarantee Act (Nrega), la legge che per ridurre la povertà rurale garantisce un minimo di cento giorni lavorativi pagati a ogni nucleo familiare: il programma prevede di usare questo lavoro per riforestare e creare cisterne per la raccolta dell'acqua. Il Cse intende applicare i metodi dell'economia ecologica per valutare i benefici sociali, economici e ambientali del Nrega in diversi distretti.

In America Latina l'uscita dall'economia fossile - insieme all'ingresso nell'economia della collaborazione fra stati e comunita' - ha contagiato perfino alcuni governi. Si pensi alla proposta governativa di moratoria
dell'estrazione del petrolio nel parco nazionale Yasuni' (Ecuador). Perché "la vera soluzione alla crisi e' nella piccola produzione contadina e indigena e nell'economia locale, nei vincoli di solidarieta' nel tenersi ai margini da parte di certe comunità. I saperi indigeni hanno validità universale, possono aiutare anche altrove a uscire dalla crisi dell'egoismo, dello sfruttamento e del consumismo estremo", dice Omar Bonilla Martinez, della rete ecuadoriana Accion Ecologica. Le lotte del movimento antiminerario ecuadoriano con imponenti mobilitazioni recenti e future vedono in alleanza "i popoli indigeni che da sempre sostengono il buen vivir come idea e pratica di sviluppo armonioso e gli ecologisti urbani che condividendone la visione hanno dato loro forse una forma per esprimersi".

Marinella Correggia

Dal quotidiano "Il Manifesto" del 27 giugno 2009 col titolo "L'economia ecologica"

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