Saul Arpino ritorna…
Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…
Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.
A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..
Vostro affezionato, Saul Arpino.
domenica 27 settembre 2009
Il Giornaletto di Saul del 28 settembre 2009 - Brigitte Bardot, Rosa di Amelia, cornoletame, Pino Gargiulo, Avventura Soratte, Totò...
Mi scrive Caterina della sua esperienza di "cornoletame": "Caro Paolo, oggi ho avuto un ottimo contatto con la Terra; il cornoletame si prepara riempiendo di letame delle corna (ne abbiamo fatte circa 30) e poi sotterrandole. Abbiamo scavato un bel buco profondo mezzo metro e largo circa un metro e abbiamo deposto le corna in cerchio al suo interno... Fra 6 mesi si tirano fuori e, col contenuto del corno si fa questo preparato biodinamico che si chiama 500........ La "direttrice" dell'operazione, Antonella ha letto un "mantra" che parlava di gnomi, ondine e spiriti del fuoco che consigliavano agli uomini, tra l'altro, di fare atti che generano altra vita...... poi c'è stato un intervento di un antroposofo che ha detto cose che mi hanno lasciata un po' sconcertata....... mah!
Sono andata, terminata la cerimonia, a guardare nel mio giardinetto le piantine di cicoria che avevo messo giù qualche giorno fa e mi sembrano in ottima forma...".
Mia rispostina: "...mi pare un'esperienza bellissima ed anche misteriosa e magica... sei stata fortunata ad aver assistito a questo rito!
Ieri sono stato in cima al Soratte, avevo appuntamento di buon'ora al cavalcavia di Calcata con Laura e gli altri... poi invece sono arrivati in ritardo e sono stato lì ad aspettarli una mezzoretta. Siamo arrivati a Sant'Oreste che stavano quasi partendo per la passeggiata... una trentina di persone erano in attesa di noi, giunte dall'Umbria, da Roma, dalla Sabina.. insomma da tutto il circondario.
E' stato un percorso bellissimo, un po' faticoso, ma pieno di esperienze interessanti. In cima al monte si poteva osservare da entrambi i lati, dalla Tuscia e dalla Sabina. Il tempio di Apollo, ora eremo di San Silvestro, carico di buone vibrazioni. Nella cripta sembrava di stare nell'eremo di San Francesco anche perché la bianca pietra del Soratte assomiglia molto a quella delle colline dell'Umbria, in effetti il Soratte è una montagna che si è staccata dagli appennini ed è venuta a mettersi in mezzo alla valle del Tevere.
Un amico giornalista, che ho conosciuto durante la passeggiata e che prima conoscevo solo di nome, mi ha promesso che scriverà un resoconto... te lo farò leggere, magari pubblicandolo sul sito...".
Mi scrive Rosa da Amelia: "Ciao Paolo, che bello è stato ieri sul Soratte! Magnifica montagna, piacevole compagnia, bravissimi Danilo e Pietro, i ragazzi di Avventura Soratte che ci hanno fatto da guida. Era da tanto tempo che sognavo di salire su in cima e rimanda, rimanda, finalmente l'occasione si è presentata e sono felice di non averla mancata, stavolta. Già non vedo l'ora di tornarci per rigodermela con calma questa montagna sacra. Molto interessante quello che hai accennato sul Lingam (Monte Soratte, Surya, fuoco) e Yoni (Valle, Tevere, acqua), spero che il tuo amico giornalista svilupperà l'argomento, come ha promesso.
Un'altra riflessione vorrei farla sul momento scelto per visitare questa montagna sacra, che racchiude in sé grotte ed eremi dedicati alla Madre: oggi è il nono giorno di Navaratri (le nove notti dedicate alla Madre Divina in tutte le sue manifestazioni). Oggi 28 settembre è Vijayadasami, la vittoria della Luce sulle tenebre. Noi abbiamo pensato di celebrarla nel nostro Centro di Unità ad Amelia. Se la cosa vi chiama unitevi a noi alle 18 precise. Per saperne di più cliccate su www.centrounitapremananda.it/eventi/Navaratri%20e%20Vijayadasami%202009.pdf Un abbraccio, Rosa".
Antonella mi scrive: "La mia amica Natascia mi ha inviato questa prosa/poesia di Pino Gargiulo..... la condivido con te!
Non dovremmo forse tenere fisso lo sguardo, basso sul sentiero che percorriamo? Almeno per evitare inciampi e trappole per topi e per ignare volpi, una volta astute ora ignare prede prese al laccio.
E non dovremmo torcere il collo a confrontare minuziosamente il nuovo percorso con il vecchio cammino?
Almeno per evitare nuovi dolorosi intoppi in buche già esperite, magari a tradimento, e riconoscere insidiose tagliole ben celate sotto l' apparenza di sentiero impervio?
E non dovremmo sentire in noi crescere rabbia e discernimento, sconforto, fatica e serena volontà di procedere (contraddizione d'epoca, implacabile segno dei nuovi tempi)?
Per cogliere in un'occhiata roteante e spaurita una piccola traccia di amore nuovo, è necessario guardar lontano: alzare il mento e gli occhi, almeno all'orizzonte possibile, oltre ogni ostacolo vicino, ed insipirare profondamente aria nuova rinnovante di quel cielo che nonostante il percorso e la fatica non abbandona.
Spicchi di azzurità aperta diradano il puzzo del putrido fosso a margine del sentiero. Possiamo ancora sperare.."
Sul sito del Circolo Vegetariano ho pubblicato un'intrigante ricerca sul biologico compiuta da Hari Atma:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/09/28/nella-nicchia-del-prodotto-biologico-ecologico-naturale%e2%80%a6-ma-non-sara-un%e2%80%99altra-etichetta/
Nel blog "Altra Calcata... altro mondo" ho inserito un ultimo comunicato sulla manifestazione di Roma, del 2 e 4 ottobre 2009, su ecologia alimentazione e spiritualità, con analisi sulla qualità del tempo in cui si svolge:
http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/
...............
Pensiero poetico del dopo Giornaletto:
Preghiera del clown
Noi ti ringraziamo nostro buon Protettore per averci dato anche oggi la forza di fare il più bello spettacolo del mondo.
Tu che proteggi uomini, animali e baracconi, che rendi i leoni docili come gli uomini e gli uomini coraggiosi come i leoni, tu che presti agli acrobati le ali degli angeli fà che sulla nostra mensa non venga mai a mancare pane e applausi.
Noi ti chiediamo protezione, ma se non ne fossimo degni, se qualche disgrazia dovesse accaderci, fa che avvenga dopo lo spettacolo, e in ogni caso, ricordati di salvare prima le bestie e i bambini.
Tu che permetti a nani e giganti di essere ugualmente felici, tu che sei la vera, unica rete dei nostri esercizi, fà che in nessun momento venga a mancarci una tenda, una pista e un riflettore.
Guardaci dalle unghie delle nostre donne, chè da quelle delle tigri ci guardiamo noi, dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamente le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici.
Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un pò perchè essi non sanno, un pò per amor Tuo, e un pò perchè hanno pagato il biglietto.
Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura.
C'è tanta gente che si diverte a far piangere l'umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla; manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.
Totò
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