Saul Arpino ritorna…
Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…
Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.
A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..
Vostro affezionato, Saul Arpino.
giovedì 24 settembre 2009
IL Giornaletto di Saul del 25 settembre 2009 - Posta, portarsi la donna appresso, harem, animali da caccia ed umani alienati, Emergency...
mi scrive Angelina in maniera criptica: "Quando avevo finito il mio pellegrinaggio, prima che tu finissi il tuo, ti avevo promesso che ci saremmo re-incontrati..... E ho mantenuto la promessa, tutto qui..."
Mi scrive Laura in maniera cristica: "Vedi che se 'sono particolarmente care' le cose te le ricordi...?!"
Mi scrive Hari Atma in maniera critica: "Vabè che ormai sei diventato 'famoso', ma almeno un saluto potresti inviarmelo... ti ho scritto due giorni fa con alcune domande..... ormai mi rivolgi solo brevi pensieri e tutti molto frettolosi! Anche l'idea che ti ho proposto è rimasta "in sospeso"..lasciamo perdere.."
Non so perché mi viene in mente la storia zen dei due monaci che passando per Kioto durante la stagione delle piogge vedono una ragazza che non osa attraversare la strada che si è allagata, diventando quasi un torrente. Allora il più giovane dei due si offre di trasportare la giovanetta dall'altra parte e caricatala sulle sue spalle le fa compiere la traversata. L'altro monaco resta in silenzio ma dentro di sé rimugina... e i due riprendono il cammino. La sera fermatisi in un piccolo tempio nel bosco, accendono il fuoco per cuocere del riso e mentre stanno lì il più anziano non può più trattenersi e dice al giovane: "Tu sai che noi abbiamo fatto voto di non toccare le donne... ma tu oggi ne hai portata una sulle tue spalle, cos'hai da dire?" Ed il giovane: "Io quella donna l'ho lasciata laggiù sul ciglio della strada .. ma vedo che tu la stai portando ancora appresso!"
Ma a questo punto debbo anche dare spazio ad alcune spiegazioni...
Da parte di Hari Atma: "Non sapere a volte crea una certa "fretta" nei "giudizi".. il mio comunque non era un giudizio! Mi piacerebbe esserti più vicina in queste situazioni, ma se tu non mi dici nulla... io come posso "esserci" anche a distanza! Sai meglio di me che anche un solo pensiero, inviato con amore, può cambiare l'intero corso della "storia". Ieri sera ho parlato molto bene di te alla mia terapista shiatsu....In qualunque rapporto, Paolo, anche quello con le cose, spesso diventa necessario, far udire la propria "voce", dire ciò che si pensa chiaramente. Non siamo separati dal tutto.. anche la rabbia non va taciuta: urlare, presso tante popolazioni del Sudamerica è una valida tecnica psicoterapeutica, permette infatti la liberazione di massicce quantità di stress! Senza questa importante fase, succede, svariate volte, che perdiamo la connessione con "noi stessi", cadendo nel famoso "vittimismo" che ci porta ad avere una misura erronea della dimensione che viviamo. Quel mio accenno al tuo essere "famoso", era semplicemente un richiamo al "distacco" che ho percepito negli ultimi giorni, ma anche io, tenedo conto di tutte le considerazioni fino ad ora elaborate, ho riversato su di te una certa dose di "rabbia" e soprattutto non sono stata "chiara" nel dirti che mi dava fastidio il fatto della non risposta ai miei messaggi. Spero di esserti stata vicina, anche se solo per tante chiacchiere... P.S. Non ci posso credere... Ti ho risposto senza aver letto il giornaletto e il pensiero finale del giornaletto... Paolo, ma tutto questo è incredibile.. hai scritto un pensiero che io ho ripreso senza sapere che tu l'avevi scritto! Ma come è possibile? Come dice un mio alunno in questi casi di strane coincidenze: Harry Potter esiste! Esiste veramente!".
Da parte di Laura: "Si, la storiella della ragazza portata appresso l'avevi già scritta tempo fa. Comunque sei sempre la solita scimmia ed hai ragione..."
Mio commento: "...Dal punto di vista umano è sempre utile dirsi le cose ed approfittare delle incomprensioni per poter approfondire un rapporto... io lo faccio spesso, talvolta anche se so già come andrà a finire uso le parole per sollecitare una risposta che incentiva l'energia ad andare in una certa direzione... Potremmo chiamarla "riconferma amorosa".... Se non avessimo così tante cose in comune, sia pur in posizionamenti interiori diversi nel tempo e nella condizione vissuta, come potremmo accoglierci e comprenderci l'un l'altro? Abbiamo bisogno continuo di "riconoscerci" e appurare che siamo la stessa identica cosa e quindi amarci incondizionatamente. Questo è il gioco beato della coscienza... ed il senso della differenza e della separazione è solo un'immagine in questo gioco... P.S. Per la maggiore comprensione dirò che la storia sulle "urla" e sulla "distanza" di Gandhi (pubblicata nel Giornaletto di ieri ed alla quale Hari Atma fa riferimento) mi è stata inviata da Angelina, la prima interlocutrice! (la quale più tardi mi ha scritto: Resto un mistero? Meglio così! Stamattina mi ha sfiorato i capelli una farfallina bianca mentre svolazzava libera, che carina!)"
Scrive Emergency: "In Afghanistan spendiamo per il contingente 3 milioni di euro al giorno. Con quello che abbiamo speso finora si sarebbero potuti costruire e gestire 600 ospedali e 10.000 scuole e nessuno ci avrebbe sparato addosso. Lo ha detto Gino Strada, fondatore di Emergency, intervenendo ieri mattina a Siena alla conferenza sulla cooperazione organizzata dalla Regione Toscana".
Scrive Marina Calvo Perez, presentando l'Harem e la famiglia: "Nel leggere per la prima volta oggi in lingua italiana L'harem e la famiglia, il saggio che Germaine Tillion pubblicò ormai quarant'anni or sono, e in coincidenza con i suoi cento anni di vita, non si può non iniziare da un interrogativo che é la stessa forza della sua scrittura a pretendere: perché e come leggere oggi questo testo? Se si potrebbe rispondere che questo saggio di antropologia andrebbe oggi riletto, come si suol dire, per la sua attualità, vale la pena di contestualizzarlo - 'datandolo' e misurando i segni di un'epoca, per far così emergere le essenziali novità in cui l'etnografa, nel suo intento di proporre una scienza del cambiamento umano, ha cercato di collocarsi..."
Nel blog "Altra Calcata... altro mondo", che ha ripreso a funzionare (per il momento), ho pubblicato un articolo sul Pianeta Acqua di Giorgio Nebbia:
http://altracalcata-altromondo.blogspot.com/
Nel sito del Circolo Vegetariano potete leggere uno scambio di lettere sulla condizione degli animali selvatici e da allevamento secondo l'esperienza della veterinaria Caterina Regazzi:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2009/09/25/animali-allevati-animali-scacciati-animali-da-cacciare-storie-sullo-sport-della-morte-e-sul-dramma-della-vita-selvatica-sull%e2%80%99esistenza-aliena-dell%e2%80%99uomo-e-sul-dio-al/
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Pensierino poetico del dopo Giornaletto:
Dimmi, o amore dell'anima mia, dove vai a pascolare il gregge, dove lo fai riposare al meriggio.
Perché io non sia come vagabonda dietro i greggi dei tuoi compagni.
Se non lo sai, o bellissima tra le donne, segui le orme del gregge
E mena a pascolare le tue caprette presso le dimore dei pastori.
Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra, riposa sul mio petto.
Il mio diletto è per me un grappolo di cipro
Nelle vigne di Engàddi.
Come sei bella amica mia, come sei bella!
I tuoi occhi sono colombe.
Come sei bello mio diletto, quanto grazioso!
Anche il nostro letto è verdeggiante.
Le travi della nostra casa sono i cedri,
Nostro soffitto sono i cipressi.
Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo,
E dolce è il suo frutto al mio palato.
Cantico dei Cantici
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