Scrive Paolo Parmeggiani : "Confesso che non mi convince il termine spiritualità laica che divide chi crede in una religione da chi credente non è, e neppure che lo spirito è sintesi fra intelligenza e coscienza. Penso che la spiritualità sia insita in ogni individuo, credente o no, in modo esclusivo e unico per ciascuno, forse confusa, inconsapevole, ma esiste, ed esiste una scienza che studia l'uomo sotto vari aspetti sociali, culturali, fisici: l'antropologia. Esistono pensatori e filosofi di ogni religione che hanno espresso concetti condivisibili da tutti, "ama il prossimo tuo come te stesso", "in interiore hominis abitas veritas", (la verità vive nel profondo dell'uomo, S.Agostino), "nemo potes dicere quod veritas"(nessuno può dire qual'è la verità), e cito solo ciò che la mia cultura atea mi ha trasmesso. Esiste la particolarità Francescana: "verbum caro factum est" (la parola si è fatta carne, cioè evidente, percepibile), a difesa di un'antropologia unitaria corpo/anima/spirito. Forse sono questi valori che hanno fatto di Assisi la sede di una marcia per la pace, (Perugia-Assisi) e un congresso annuale di Antropologia Spirituale (dal 1993), su temi come le relazioni con gli altri in un rapporto umano di amicizia e solidarietà, sul riconoscimento della diversità e di un passaggio di considerazione da centralità come droga, alcol, gioco, denaro e beni di consumo come propone la nostra società..." ( scritto a commento dell'articolo https://www.terranuova.it/Terra-Nuova-dei-lettori/Riflessioni-sulla-Spiritualita-Laica)
Mia rispostina: "Spiritualità laica equivale a spiritualità naturale, non c'è bisogno di una religione per poterla esprimere, tale spiritualità è insita nell'uomo ed in tutto il senziente… è la Coscienza stessa… Non nel senso di "coscienza di.." ma in quello di consapevolezza (capacità percepiente). Poi ognuno può indirizzarla nel suo modo peculiare verso gli oggetti esterni e verso se stesso e definirla come anima, spirito, Dio… dipende dalle credenze in cui si crede. Personalmente non entro nel merito del discorso sulla veridicità delle religioni. Dal punto di vista della laicità di pensiero il credere è una libera scelta personale, quindi: “de gustibus non est disputandum!” Ma vorrei aprire una fessura discriminativa. Il credere è statico, l’esperimentare è dinamico. Il credere è il risultato della memoria e dell’accettazione cieca, l’esperimentare è il risultato di una azione e di una discriminazione selettiva...." - Vedi:
http://www.circolovegetarianocalcata.it/2017/01/14/giudizio-e-discriminazione-per-orientarti-nellinfinito-distinguer-devi-e-poscia-unire-goethe/
(Paolo D'Arpini)
(Altro articolo collegato:
https://bioregionalismo.blogspot.com/2018/04/self-consciousness-in-natural-or-lay.html)
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