Saul Arpino ritorna…


Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…


Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.


A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..


Vostro affezionato, Saul Arpino.

lunedì 30 dicembre 2019

Il Giornaletto di Saul del 31 dicembre 2019 – Ecologia profonda, 2020: ecco quel che ci aspetta, la “fine” dei laici, Spitsbergen: l'isola dei pazzi...


Immagine correlata
Paolo D'Arpini - Il ponte sul fiume Treja

Care, cari, l'esempio e non le parole, per quanto profonde esse siano, è fondamentale per mostrare a chi ancora non se n'è accorto, che si può vivere bene (anzi, sicuramente meglio) rispettando la Natura, di cui noi siamo, ancora, una parte, che ci da tutto quel che ci necessita per vivere, a noi e ai nostri discendenti, purché la amiamo e la rispettiamo come desidereremmo essere amati noi. Questa per me è l'ecologia profonda: amore per la vita, per la natura, per gli esseri viventi, solidarietà umana, ognuno secondo la propria natura e le proprie possibilità... (Caterina Regazzi) – Continua: http://bioregionalismo-treia.blogspot.com/2016/12/ecologia-profonda-come-bioregionalismo.html

La morte di Penelope. Recensione – Scrive Ferdinando Renzetti: “Una esplorazione al femminile di Maria Grazia Ciani: oltre il mito, dentro la realtà complessa delle passioni e dei sentimenti di Penelope, assediata oltre che dai Proci, dai luoghi comuni. Lei ha atteso il ritorno di Ulisse e continuiamo a immaginarla intenta a tessere e disfare la tela, in attesa di concedersi alla tracotanza dei pretendenti. E se invece l'amore, sottoposto al tempo, si fosse umanamente consumato? Se nel suo sguardo si fosse manifestato un desiderio altro... umano, una fragilità e una ricchezza che l'eroe, pieno di sé, non sa comprendere? Tema interessante che potrebbe dare il la a un lungo dibattito dal patriarcato al matriarcato al matrismo e soprattutto sui luoghi comuni delle culture dominanti nei vari periodi storici e dei danni che hanno fatto nella storia dell'umanità”

2020. Quel che ci aspetta al varco... - Scrive Vincenzo Zamboni: “Gli uomini politici europei ostentano falsa sicurezza mentre brancolano senza idee utili nel buio di un sistema che non sanno più come gestire. La grande era mercantilista, spacciata per soluzione unica e definitiva, implode lentamente su se stessa. La stessa Germania è in crisi economica. La alleanza russo-cinese è sempre più solida e potente nel mondo...” - Continua: http://www.circolovegetarianocalcata.it/2019/12/30/2020-quel-che-ci-aspetta-al-varco/

Treia. Serve aiuto in campagna – Scrive Petra: “Con l'anno nuovo se qualcuno ha tempo e voglia avrei bisogno di aiuto per spostare delle cose (pietre, legname, etc.), costruire un recinto provvisorio e altre cose. Chiederei una o due persone alla volta per poter organizzare bene il lavoro. Qui non c'è abitazione perciò vestitevi bene e portate tutto ciò che vi serve per sopravvivere fuori una giornata! Chi ne ha la grinta mi contatti: cell. 3291693369...”

Spitsbergen. L'isola dei pazzi... - Oggi l’onere della conservazione e ricerca delle erbe commestibili ed officinali è passata dai ricercatori erboristici alle multinazionali, infatti  non distante dalla patria di Linneo, nelle fredda isola di Spitsbergen nel mare di Barents, esse hanno costruito, in accordo con il governo norvegese, una mastodontica superbanca di tutte le sementi presenti nel mondo. “Una banca scavata nel granito, con speciali aeratori, portelloni e muraglie in cemento armato a prova di bomba”. Forse ci si aspetta la fine del mondo? Oppure semplicemente si cerca attraverso i brevetti di appropriarsi  dei diritti d’autore della vita sul pianeta?... - Continua: https://riciclaggiodellamemoria.blogspot.com/2015/01/lisola-dei-pazzi-e-la-capacita-di.html

P.S. - Eppure l’uomo è la somma di una complicata rete di complessi, psicosi, nevrosi, istinti, fissazioni e intuizioni.  Ora pare che le multinazionali, le stesse che provvedono ad avvelenare e distruggere, vogliono conservare l’intero patrimonio genetico della terra? Vediamo cosa succede!

La “fine” dei laici... - se prima i laici avevano da contrastare solo lo strapotere ecclesiastico cattolico, oggi sono attaccati da più parti, dal revanscismo sionista, dal vaticano e dall'imam musulmano. Tra l'altro i tre ceppi minacciano una "fusione" falsamente definita "sincretica" (poiché comprende solo i credo di matrice monolatrica ma non altre filosofie non teiste, come quella buddista, taoista, etc.), funzionale ad un NWO sia politico economico che finto-religioso... - Continua: http://paolodarpini.blogspot.com/2017/12/religioni-monolatriche-ed-uso-del.html

Ciao, Paolo/Saul
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Pensiero poetico del dopo Giornaletto:

“Le persone originali danno sempre fastidio alla società. Non sono così facili da manipolare, rimangono se stesse. Cercheranno di vivere la propria vita non secondo uno schema, ma secondo la loro visione.” (Osho)



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