Saul Arpino ritorna…


Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…


Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.


A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..


Vostro affezionato, Saul Arpino.

sabato 14 luglio 2018

Risvolti epistolari sulla "visita inaspettata" di Ettore del 12 luglio 2018



Su Il Giornaletto di Saul  dell'altro giorno fa era stato  pubblicato un editoriale *) con  il resoconto di Caterina  relativo alla "visita inaspettata" dell'amico Ettore. A questo proposito abbiamo ricevuto un commento di Maria che scrive:

"Cara Caterina, il tuo articolo sulla visita inaspettata, potrebbe essere un argomento da discutere in un incontro della condivisione che tratta le SANE RELAZIONI.
Potrei condividere le mie esperienze a riguardo. Prova a chiederti se ti ha fatto veramente piacere o se hai indossato una maschera per non essere scortese con lui. Se così fosse non è sbagliato, l’ho fatto tante volte anch’io,
fino a quando ho compreso che così facendo non mi rispettavo e non ero me stessa. E come dice Paolo ESSERE SE STESSI è amore per sé, e se un amico si allontana per questo non è un VERO amico.  
Io ho agito più volte come te e al momento dei saluti ho detto: a me fa piacere essere avvisata quando qualcuno viene a trovarmi, per dedicargli l’attenzione che merita.
Sì, lui ti ha avvisata, ma non si è assicurato che voi poteste riceverlo.
Ci sono persone che nonostante mi sia espressa, continuano a farlo, allora faccio appello alla tolleranza e accetto il loro NON RISPETTO, ma non la ritengo una SANA RELAZIONE.
Questi eventi, arrivano nella nostra vita per insegnarci qualcosa, grazie per averla condivisa.
Amorevole saluto, anche a Paolo.
Maria


Risposta di Caterina: 
"Cara Maria, forse non sono riuscita ed esprimere pienamente i miei sentimenti riguardo alla visita "inaspettata". Non ho scritto quello che ho scritto per formalismo, ma ho espresso sinceramente i miei sentimenti. Certo, gli amici non sono tutti uguali, alcuni sono più formali (molto rari) e necessitato una preparazione, ma normalmente io, quando so che devo ricevere, ho sempre timore di essere inadeguata e questo mi provoca un po' di agitazione. Invece , la visita inaspettata di Ettore, è stata all'insegna della spontaneità più completa. Io e Paolo ci eravamo appena alzati dal riposino pomeridiano (anzi, è stato lui a svegliarci) e ci eravamo infilati addosso il primo indumento trovato (vedi foto), non avevamo niente di particolare di pronto da offrire ed Ettore, a domanda se voleva un thè o un caffè, ha risposto che gli bastava un bicchiere d'acqua fresca (rubinetto). Il tempo trascorso insieme l'abbiamo dedicato a raccontarci pensieri, sentimenti, fatti personali. Ci siamo lasciati con la speranza e l'augurio di rivederci presto, quando si potrà. La nostra porta è sempre aperta, anche per voi.
Un abbraccio
Caterina
Saluti da Paolo"




*)  Testo dell'editoriale menzionato: 
"...giovedì 12 luglio 2018, uno strano, diverso pomeriggio. Intanto prima avevo in programma di fare un sonnellino e poi andare a trovare una zietta anziana e malata, ma il troppo caldo mi ha fatto desistere e rimandare l’impresa. Così io e Paolo dormivamo della grossa intorno alle 16 e 30, quando sentiamo suonare il campanello di casa. Chi sarà, chi non sarà, mi alzo con la mia fretta molto lenta e quando vado a rispondere, fuori non c’era più nessuno. Ho pensato a qualche venditore ambulante o ai Testimoni di Geova. Apro il telefono e guardo i messaggi di whatsup; ce n’era uno di un’oretta prima dell’amico Ettore che diceva: “Ciao Caterina! Vi trovo a casa tra un’oretta circa? Sono in zona e passerei volentieri a salutarvi.”. Telefono ad Ettore immediatamente e nel giro di pochi minuti è lì a suonare di nuovo al nostro campanello! Che piacere! Non capita spesso di avere visite inaspettate e trovo che sia una sorpresa molto piacevole ricevere la visita di un amico, così, informale e senza tanti preparativi. So che per Paolo è diverso, lui è sempre se stesso, sempre lo stesso e sempre presente a se stesso, agli altri e sempre naturale, come realmente è e spero di assorbire da lui questa modalità, ma ancora per me non è proprio così. Ettore è stato qui con noi poco più di un’ora e abbiamo parlato di tante cose della vita sua e nostra e questo dialogo mi ha dato tanti spunti di riflessione. Tra le altre cose abbiamo parlato delle costellazioni familiari e mi è tornata voglia di farle, prima o poi, quando se ne presenterà l’occasione. Grazie Ettore della visita, ti vogliamo bene! Alla prossima! (Caterina Regazzi)
(Fonte: http://saul-arpino.blogspot.com/2018/07/il-giornaletto-di-saul-del-13-luglio_12.html)


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