Saul Arpino ritorna…


Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…


Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.


A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..


Vostro affezionato, Saul Arpino.

lunedì 26 maggio 2025

A proposito del referendum dell'8 e 9 giugno 2025...

 


Non capisco bene le ragioni di chi, da sinistra, intende disertare il referendum dell'8 e 9 giugno 2025 indetto dalla CGIL. Qualcuno pensa di poter fare del voto un giochino adolescenziale ("mi si nota di più se dico che voto o se non voto?") perché non vuole compiere il minimo sforzo e perché non è in grado di sopportare il nodo di contraddizioni che sta alla base del voto referendario.

È vero, non è una partita pulita. Chi ha preso la via referendaria ha accettato di scommettere su alcune posizioni di sinistra senza valutare con realismo l'enorme difficoltà di ottenere il quorum, senza dunque considerare il contesto italiano, politicamente sempre più lacerato e disilluso.

Se proprio devo dirla tutta, la mia previsione è che non si raggiungerà il quorum del 50% dell'affluenza.   Sono in altre parole quasi certo della sconfitta. Ma questa sarà tanto più grave tanto più sarà alta l'astensione.

Purtroppo non ci sono più in Italia le condizioni per fare dell'istituto referendario uno strumento progressivo. Non ci sono più da tempo, almeno dagli anni Novanta. Il referendum oggi non è altro che la scorciatoia dei generali senza esercito incapaci di farsi carico del gravosissimo lavoro di mediazione tra cittadini e vita politica.

Ora però il referendum c'è e non votare contribuisce soltanto a rafforzare le ragioni ostili ai lavoratori. Pensare di starne fuori per far dispetto a qualche apprendista stregone servendosi dell'astensione è una sciocca illusione. È un gesto tecnicamente stupido perché non produce alcune beneficio, anzi produce danni alla propria parte e vantaggi agli avvarsari. Chi si astiene è allora un "Bonaccini", è di fatto il miglior alleato del partito unico neoliberale: ne rafforza i contenuti e fornisce nuovi alibi per imporre le proprie misure economiche contro il lavoro.

Stralcio di una lettera di Paolo Desogus



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