giovedì 2 luglio 2009

Viterbo: "Ho letto la lettera indirizzata al signor Ugo Sposetti..."

Sorpresa!

Pensavo di ricevere una messe di critiche e parolacce, dopo aver scritto di getto la lettera per Sposetti, pubblicata ieri qui nel blog di Saul Arpino. Invece con mia grande sorpresa ho ricevuto un encomio solenne:
"Ho letto la lettera indirizzata al signor Sposetti..., la ritengo un modo meraviglioso per "comunicare"; io credo che sia un dono prezioso per il destinatario, soprattutto, perchè la forma di cui essa si veste, linguisticamente, è bellissima ed elegante; nata nel proposito di creare una "condizione" migliore per un territorio; voluta come patto di amicizia tra il tuo cuore e il cuore della Tuscia. Le parole, per quanto uguali e statiche possano apparire, sono "impregnate" di un'essenza vitale che trasmette loro un significato diverso a seconda di ciò che in esse abbiamo "seminato". Esse smuovono le coscienze, creano la realtà di quel che rappresenta il nostro "presente". Non si tratta di semplice "divulgazione" ...l'Universo intero si "inchina" davanti alla Parola consapevole che nasce come pensiero nel "regno" della Verità!"
(A.P.)

E questo è il mio commento: "...è stato un parto celere ma sofferto... ma l'apprezzamento che viene da te mi ripaga di ogni timore vissuto, e dalla preoccupazione di aver esagerato, in fondo noi poveri cancerini siamo troppo timidi e quando tiriamo fuori le chele forse lo facciamo con eccessiva foga... Ricordo tantissimi anni fa, quando ero un piccolo bambino di quattro o cinque anni ed abitavo a Roma, avevo un amichetto della mia stessa età con il quale giocavo sempre in allegria ed affetto. Poi un bel giorno scattò in lui, non so perché non so per come, una specie di rivalsa nei miei confronti, mi sfidò a fare a botte, voleva vedere chi "era il più forte" continuava ad ossessionarmi. Io cercai di schernirmi e di evitare il confronto, ma lui mi stava appresso e mi sfidava in tutti i modi... alla fine mi sono messo a piangere disperato perché mi faceva male quello che stavo facendo ma lo picchiai sonoramente finché non se ne andò a casa sua in lacrime..., per le botte prese. Ancora ci penso ed è sempre stato così per me, capisci?"
(Saul)

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