Saul Arpino ritorna…


Avete visto quella faccia della foto in vetrina… chi è quello, sono forse io?
Potrei dire di sì ed anche di no…. Sono io per le convenzioni del mondo, non sono io perché l’io non può essere fissato ad un’immagine momentanea e mutevole.
Quell’io che vedete è un attore che recita in una commedia, in un certo senso non ha nome né forma precisa, come tutti gli attori che possono interpretare vari ruoli.
Ma il mio vero “io” non si manifesta solo nei ruoli ma nella sceneggiatura, nei costumi, nelle parti comprimarie, nella musica, nella regia, nelle luci, negli spettatori… eccetera…


Volendo però dargli un nome chiamerò quell’io Saul Arpino. Un nome inventato? Forse sì e forse no.. il nome potrebbe esistere od avrebbe potuto esistere… mio nonno –ad esempio- avrebbe potuto chiamarsi così… poi per motivi banali, di sopravvivenza bruta, prese a chiamarsi Paolo D’Arpini… ed io voglio seguire il suo esempio -ma al contrario- cambio nome e divento Saul Arpino, perlomeno su questo blog.


A proposito di blog… sentivo il desiderio di crearmi un piccolo palcoscenico sul quale recitare alcune parti che non mi sono consentite in altri spazi. Da questo luogo, che forse mi riporta indietro nel tempo, un ritorno ai dinosauri del passato remoto oppure verso un avanti sconosciuto, non so, mi prenderò la libertà di raccontare e mostrare agli accorti lettori alcune segrete immagini dell’essere… di quel che io sono o non sono, descrivibile o indescrivibile…..


Vostro affezionato, Saul Arpino.

giovedì 30 aprile 2009

Eredità della legge fondamentale della vita

Shakyamuni, che ottene l'illuminazione eoni fa, il Sutra del Loto, che conduce tutte le persone alla buddhità, e noi comuni mortali non siamo assolutamente differenti o separati gli uni dagli altri.

Nichiren Daishonin

mercoledì 29 aprile 2009

Disincagliarsi dalla rete

Chi si aggrappa alla mente non vede la verità che sta oltre la mente.
Chi si sforza di praticare il Dharma non trova la verità che è aldilà della pratica.

Per conoscere ciò che è aldilà sia della mente che della pratica bisogna tagliare di netto la radice della mente e, nudi, guardare; bisogna abbandonare ogni distinzione e restare tranquilli.

Tilopa

martedì 28 aprile 2009

Hai finito di mangiare?

"Maestro ti prego insegnami la vera essenza dello Zen" - Implorò un discepolo rivolto al maestro Josshu.

Ed il maestro rispose: "Hai finito di mangiare?"

- "Sì maestro, ho finito"

- "Allora va' a lavare le stoviglie!"

Josshu

lunedì 27 aprile 2009

La morale del Tao

Confucio pensò di poter convertire alla sua morale un famoso ladro di nome Koshi, così si recò nel suo covo e cominciò ad impartirgli i suoi insegnamenti. Ma Koshi si stancò ben presto della predica impotuna.

"Sei più puerile di un bambino - sbottò infine il ladro - la tua morale sarà buona per te ma per me non vale niente. Insegnami l'altro lato della morale se vuoi che comprenda!"

Fu quella una grande lezione per Confucio.

domenica 26 aprile 2009

La bellezza della diversità!

"Solo se riusciremo a vedere l'universo come un tutt'uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove siamo. Altrimenti saremo solo come la rana del proverbio cinese che, dal fondo di un pozzo, guarda in su e crede che quel che vede sia tutto il cielo".

Tiziano Terzani

sabato 25 aprile 2009

Unveiling herself revealed

Unveiling herself revealed
existence to my eye,
so in everything seen
I perceived her.

My attribute is hers
since we are not called two;
her shape is mine
since we are one.

If she is called,
it is I who answers;
when I am summoned, she replies
and obeys the one who calls me.

If she speaks,
it is I who whispers;
when I tell a tale
she is the one who tells it.

For the second person's sign
became the first between us,
and so my rank is high above
all who cling to difference.

Umar Ben Al Faridh

Confucio disse..

Yen Hui, egli raggiungerà certamente la meta.
Se ha una imperfezione non succede mai che non la riconosca.
Quando l'ha riconosciuta non succede mai che ripeta l'errore per la seconda volta.

Confucio