venerdì 19 dicembre 2014

Ritorno all'habitat originario. Corrispondenza aggiunta


Ritorno all'habitat originario?

Scrive Sauro G. a commento dell'articolo
http://www.aamterranuova.it/Blog/Riconoscersi-in-cio-che-e/Ritorno-all-habitat-originario -: 
"gentile paolo, ho letto tutto il suo articolo, che mi trova d'accordo per quanto riguarda la difesa di un equilibrio naturale non 'artificializzato' dagli interessi speculativi e alimentari, specie se al fine di uccidere animali e nutrirsi della loro carne. In generale sostengo quello che dice.
Trovo importante che persone come lei riescano a esprimersi compiutamente e trovino la forza di diffondere tale pensiero, specialmente se c'è dietro una cultura che sostiene il senso (leggo spesso il suo blog e i riferimenti che spaziano tra argomenti vari).
Alla fine della lettura mi sono sentito però insoddisfatto, mi mancava qualcosa o qualcosa disturbava il senso di pace che avrei voluto provare quando sono d'accordo con un pensiero. non so esattamente perché le scrivo, le avevo già lasciato un commento qualche mese fa su un post web a cui ha gentilmente e prontamente risposto, ma è come se nelle sue parole percepissi un po' di quella violenza contro cui lei stesso va. E mi dispiace perché non la trovo gratificante e, in assoluto, davvero funzionale come diffusione del suo pensiero (che ripeto condivido).
Forse è il riferimento a fatti generici e non puntuali (che io chiamo retorica), forse l'esclusione di alcuni di noi, esseri umani, dalla partita della ricerca della pace e della fratellanza (faccio riferimento a quando parla di 'istituzioni nel mezzo che cercano di soddisfare entrambe (associazioni venatorie e animaliste), ben sapendo che è tutta una finzione'.. No, non mi occupo di politica, ma ho un paio di amici che in piccole realtà locali PROVANO a fare qualcosa di responsabile, sostenibile, amoroso e mi sento male a sentire l'etichetta di 'falsi' su di loro, è come se lei buttasse fuori una parte di persone che si danno alla sua stessa causa, è come se lei uccidesse a priori suo fratello. Ripeto, non so perchè le scrivo, evidentemente c'è una forma di vicinanza umana che mi va di esprimere, con la speranza che lo scambio serva sia a lei che a me (altrimenti perchè scrive, se non per suscitare un movimento interiore?! ;) saluto, s."

Mia rispostina: "Caro Sauro, son contento che lei mi abbia scritto. Vorrei risponderle con una similitudine. Allorché decisi di assumere un "nome d'arte" per il mio blog di notizie (http://saul-arpino.blogspot.it/) inizialmente scelsi il nome Sauro Arpino. A indicare un vecchio conoscitore della vita , come un sauro, e saggio come l'Arpinate (facendo riferimento a Cicerone, nato ad Arpino). In effetti per lunghi anni mi ero dedicato alla difesa dell'ambiente, militando nella Lega per L'Ambiente e nel movimento dei Verdi, ed essendo simpatizzante di Italia Nostra, WWF, ed altre associazioni storiche. Sì, quello era il mio lato "Sauro" che mi aveva portato a combattere battaglie in difesa dell'habitat ed a svolgere azione di sensibilizzazione sui temi ecologisti. Una politica attiva, come si dice in gergo, sicuramente affine a quella da lei descritta dei suoi amici ecologisti. L'Arpinate, l'avvocato, che è in me ha così potuto svolgere azioni soddisfacenti e manifestare vitalità operativa e correttiva, sicuramente il connubio è risultato proficuo, "for the time been", per il tempo che è durato, s'intende..... Poi, forse avendo raggiunto un diverso livello di consapevolezza, avendo compreso che nessuno può essere convinto se lui stesso non si fa convinto, ho pian piano abbandonato la maschera "Sauro", troppo proselitista e forse appesantita dall'idealismo. Insomma son diventato Saul, l'illuminato sulla via di Damasco. Illuminato senza apparente merito, solo per una fissità del pensiero (nell'esclusione di ogni altro). Nella tradizione indiana c'è una simile storia di un demone che avendo fissato tutta la sua attenzione su Dio, per combatterlo, alla fine nella sua mente solo il pensiero di Dio rimase, con le ovvie conseguenze....
L'aspetto Arpino però, nel "nome d'arte", è rimasto, perché l'intelligenza speculativa, se ben utilizzata, non è dannosa alla causa. Se lei ad esempio conoscesse gli scritti sublimi di Nisargadatta Maharaj, un illuminato moderno, comprenderebbe come le sottigliezze dell'intelletto possono giovare alla causa spirituale. Dico questo non perché ritenga di essere un suo emulo, ma nel vecchio adagio popolare si dice "chi s'assomiglia si piglia".. Ciò vale anche per noi due, caro Sauro, non crede? (aldilà del giudizio). Paolo D'A."




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