Giornaletti di Saul al vento
Caro Paolo/Saul.
Mi riferisco alla nostra precedente corrispondenza
intercorsa, pubblicata sul Giornaletto di Saul del 10 gennaio 2013 (http://saul-arpino.blogspot.it/2013/01/il-giornaletto-di-saul-del-10-gennaio.html)
Riporto:
- Scrive Roberto Anastagi: “Caro Paolo. Desidero dirti che sono
impressionato dal salto (non so in quale direzione) hanno fatto i tuoi
Giornaletti di questi ultimi giorni. Tantissimi argomenti veramente molto
interessanti. Non posso immaginare come tu faccia a gestire tutto questo
materiale. Io faccio fatica a leggere quasi tutto. Grazie di cuore e
complimenti”
Mia rispostina: “Caro Roberto, ed io faccio fatica a redigere il tutto, siamo pari! Ma quel che mi meraviglia è che tu, che vivi in Sud Africa, trovi interessante il Giornaletto, mentre dagli invii straordinari della mailing list italiana ogni giorno qualcuno si cancella e raramente nuovi lettori si iscrivono, a volte resto un po’ dubbioso…” -
Mia rispostina: “Caro Roberto, ed io faccio fatica a redigere il tutto, siamo pari! Ma quel che mi meraviglia è che tu, che vivi in Sud Africa, trovi interessante il Giornaletto, mentre dagli invii straordinari della mailing list italiana ogni giorno qualcuno si cancella e raramente nuovi lettori si iscrivono, a volte resto un po’ dubbioso…” -
per dirti: "non essere dubbioso!"
Per tanti anni ho letto con grande
interesse l'economist, poi ho dovuto smettere per il costo e il tempo che mi
prendeva per poter leggere tutto.
Gli articoli italiani che parlano di politica non mi
interessano perchè non sono costruttivi, sono quasi sempre sole
lamentele.
Nel tuo giornaletto ci sono altri argomenti che mi
interessano molto e te ne sono grato.
Negli ultimi 22 anni ho scritto un bel po e ho cercato
di dividelo con le persone che conoscevo, risposte molto più vicine a niente che
a poche.
Diverse volte ho deciso di smettere di perdere tempo
dato che non ottenevo alcun riscontro e anche pensando che quello che scrivevo
fosse tutta schifezza.
Poi quando ritornavo in Italia percepivo che tutto
sommato ero riuscito a seminare qualche cosa e allora ricominciavo dinuovo ad
inviare messaggi o resoconti dei miei viaggi.
D'altra parte Paolo il popolo italiano è, tra i paese
più evoluti economicamente, uno di quelli che legge meno e di conseguenza la
maggioranza non è capace di scrivere.
Gli italiani sono il risultato del nostro passato, un
passato di dominazioni e di terribile povertà che costringeva a dover solo
pensare a tirare avanti con la propria famiglia, non era possibile pensare al
prossimo, non erano abituati a cercare di farsi un loro personale giudizio su
quello che accadeva intorno a loro e purtroppo gli italiano negli ultimi 150
anni sono cambiati molto poco.
Non si rendono neppure conto che i nostri governanti non
sono più austriaci o francesi o spagnoli o tedeschi ma che sono italiani come
tutti noi e da noi eletti.
Quando sono all'estero mi chiedono spesso cosa penso di
Berlusconi e io gli rispondo che è il tipico italiano ed è per questo che ha
ottenuto tanto successo.
La maggioranza degli italiani non sente il bisogno di
ricambiare un tuo scritto con un commento o un grazie anche se brevissimo non è
abituato a mettersi nei panni degli altri, ma sopratutto fa molta fatica a
leggere e a scrivere.
Paolo perciò lascia stare i dubbi e in ogni modo pensa
che in effetti noi scriviamo più per noi che per gli altri e che in ogni modo un
aiuto anche se molto piccolo lo diamo sempre.
Un abbraccio
Roberto Anastagi
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.